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Come d’estate

caprese

Comunque, io, ora, non lo so, per dire una cosa, ti voglio parecchio bene. Non so come mi succede ‘sta cosa qui. Sarà che sono andato a correre e ho corso chilometri. Ho corso chilometri pensando a te. Sarà che dopo, tornato a casa stanco e sudato, ho mangiato mozzarelle e pomodori. Già, ho mangiato mozzarella e pomodori come d’estate. Però prima mi son lavato. Boh! Io ti voglio parecchio bene. Ti voglio parecchio bene anche se mi dici stupido.

E sarà che mi vuoi bene e basta, no? Deve esserci un motivo per forza? Fa tanta paura volermi bene? Non mordo, non sono cattiva, non sporco più di tanto, non metto catenacci al collo.

Eh, oh, però ci sono certi momenti in cui è assai ‘sto bene. Come ora. Un motivo particolare ci sarà. Ci deve essere. Sarà l’ora? Sarà la mozzarella col pomodoro? Ecco, la mozzarella col pomodoro mi pare un ottimo motivo. Sarà che sulla mozzarella ci ho messo l’origano. C’era l’origano. Sarà l’origano. Dev’essere anche il pompelmo. Sì, c’è questa possibilità che l’origano faccia cose strane col pompelmo.

Quando me ne vado da casa tua sto attenta a prendere tutto. Non vorrei mai pensassi che lascio tracce apposta.

Per questo porti la borsa piccola? Per non dimenticare le cose?

No, porto la borsa piccola perché mi servono poche cose. Ma è vero che sto attenta a non lasciarti cose in giro, per casa. Non ti lascio le cose perché non voglio che tu pensi che un giorno debba tornare a riprenderle. Potrebbe darti fastidio. Non lo so, sei strano tu. Anche se mi lasci lo spazzolino da denti a casa.

Ah, ecco dov’era!

Quindi mi devo preoccupare? Mi vorrai mica troppo bene?

E che ne so? Domani ragù.

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