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Mille zerità

finestrino

C’è questa cosa che io, quando vengo da te, conto. Conto le fermate del treno che mi separano da te. Le conto al contrario ché i numeri che vanno verso l’inizio son più buoni di quelli che vanno verso lontano. I numeri bassi sono buoni perché sono i numeri dei bambini, stanno in una mano, li puoi toccare, li puoi guardare in faccia come guardi in faccia tua madre, il postino, la vicina di casa. I numeri bassi sono come la famiglia e sono la misura della vicinanza. I numeri bassi sono le mani che cavalcano a palmi il corpo. Questi numeri sono bassi perché stanno in terra, gattonano come i neonati e ne guidano i primi passi quando crescono.

I numeri alti sono quelli dei grandi. I numeri alti stanno nel cervello e misurano le distanze e le cose dei grandi. I numeri alti segnano il passo al pensiero. I numeri alti, li chiamo così perché sono come dei giganti, stanno con la testa tra le nuvole. Con gli occhi dei giganti scruti oltre l’orizzonte, guardi il mondo, arrivi fino al mare. Le orecchie dei giganti stanno così in alto che possono ascoltare tutti i rumori dell’universo. Con gli occhi dei giganti puoi cercare le stelle lontane. Gli occhi dei giganti stanno così in alto che si bruciano al sole.

Io conto le fermate che mi separano da te, le conto al contrario. Parto dai numeri alti, quelli che stanno lontano, i numeri dei pensieri, per arrivare ai numeri bassi, i numeri del corpo. I numeri bassi vanno verso lo zero, la terra. I numeri alti vanno verso l’infinito, il cielo.  I numeri bassi sono i numeri della passione perché mi portano da te, mi avvicinano al tuo odore. I numeri bassi sono la tua pelle. I numeri bassi sono la tua carne. Conto a zero e stiamo facendo cose d’amore.

Lo zero è la misura esatta dell’amore.

I numeri alti, invece, sono il tempo che cresce. I numeri alti vedono i giorni, i mesi, gli anni passare, aritmetica che accumula i pensieri, distrugge le ossa, sfalda la carne, lenisce la passione. I numeri alti sono la distanza dallo zero, lo spazio tra terra e cielo. Conto un milione e chi sa dove sono? Lontano, in alto, sulle spalle del gigante.

Io con te allora non voglio fare i numeri alti, non voglio conoscere le cose dei grandi, non voglio arrivare sulle spalle del gigante, non voglio contare il tempo che passa, non voglio bruciarmi gli occhi al sole. Io con te voglio fare sempre numeri bassi, giocare alle cose dei bambini, stare carponi sulla terra, odorare il tuo odore. Io con te voglio sempre contare al contrario, prendere treni, fare l’amore, essere zero. Io voglio essere per sempre zero con te.

La prossima volta che ti vengo a trovare ti porto in dono uno zero.

Io a te vorrei regalare mille zerità.

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