...

Donna con valigia

donna_valigia

Io ti volevo scrivere una storia, volevo scrivere la storia di quella volta che ci siamo incontrati. Volevo scrivere di quella notte passata ore e ore ad aspettare che tu arrivassi. Volevo scrivere di quella notte passata in giro a bere birra, da solo, di quella notte passata a fissare facce sconosciute solo per il gusto dell’attimo di trovare la tranquillità della tua. Volevo scrivere di quella notte passata. Piovigginava e tirava vento. Volevo raccontare dell’attesa, ore e ore passate a rubare i discorsi della gente arroccata davanti ai bar delle vie del centro, discorsi di cui io non ero mai il protagonista. Discorsi di cui mi interessava nulla. Volevo scrivere di quella notte, di quella notte tarda, ormai, di quella notte in cui poi sei arrivata ed io, che ti aspettavo da ore e ore, ti ho detto, al telefono: “Aspettami, tra poco sono da te”. Nascosto dietro l’angolo ti guardavo, ferma, sotto la luce arancio del lampione, con la tua valigia strana, quasi una borsa da medico condotto di altri tempi. Ti osservavo guardarti intorno, eri bella sotto la luce arancio del lampione. Ecco, io volevo scrivere questa storia ma non avevo carta e non avevo penna. Quella storia avrei voluto scriverla sulla tua pelle, con le mie mani,  ma non avevo neanche quella. La tua pelle non l’ho avuta allora e non l’ho adesso e quella storia non l’ho più scritta. Le mie mani ti cercano ancora.

(foto originale di Kristiannemory)

Share on Facebook