La mezza stagione.

Sei la terra profumata che manca sotto i piedi, la fredda risacca del mare che rincorre le caviglie, sei la sabbia calda d’estate che punge le ginocchia, la palla che rimbalza strana sulle cosce di un bambino per strada. Sei il caldo di cui ho bisogno sotto la pancia. Sei la mezza stagione. Sei la colazione a letto, il caffè caldo, lo zucchero a velo della brioche che imbianca il petto tra le lenzuola del sabato mattina. Sei la frase più bella di Walt Whitman, sei la chitarra all’inizio di quel pezzo dei Massimo Volume, sei quella notte di maggio a Madrid, il cielo azzurro sopra Berlino, un piano-sequenza di Wim Wenders, il cappello buffo di una maschera di carnevale.

Sei tanto per me e a volte non so dove mettere tutto e che fatica tenere insieme il resto della vita.

Se perdo qualcosa di te aiutami a ritrovarla, tienila lì finché non torno. Al tabacchi hanno finito la carta da lettere. Aspettami in piedi, anche stasera. Torno.

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