Storia di incisi, incroci, valigie.

L’altro giorno, quando ti ho vista trascinare quella valigia fucsia, grande, troppo grande, o almeno così mi sembrava, ho pensato che stessi andando via per sempre, o almeno per un lungo periodo, che in certi casi è quasi lo stesso, e allora mi son detto che non avrei dovuto lasciarti andare così. Se fosse successo che stessi andando via per sempre, o solo per poco, avrei dovuto comunque abbracciarti, e augurarti di stare bene, di trovare la tua strada, perché, per il tempo che il nostro tempo si è mischiato, nonostante tutto, mi è parso di aver fatto un pezzo di vita insieme, di aver calpestato un suolo comune, anche se, in fin dei conti, non siamo andati da nessuna parte. Magari, lo spero, lo pensi un po’ anche tu, che non ci si lascia agli incroci senza neanche darsi un abbraccio, dirsi un arrivederci, un torna presto, un magari vengo a trovarti. Gli incroci son di quei posti che qualcuno deve prendere l’iniziativa. Poi l’orgoglio mi ha fottuto.

(foto originale di H o l l y)

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