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Di pesi e misure

Ho bisogno del tuo calore, quando al mattino le coperte non bastano e il freddo mi assale, ho bisogno di sentire il tuo odore, di poggiare il mio naso tra la tua nuca e la scapola, lì dove pare ci sia una confusione di accadimenti, di eterne migrazioni, di foreste brulicanti e indaffarate, ho bisogno di schiacciare il mio petto contro la tua schiena, per avere la misura del respiro e capire se ancora vivo, o faccio finta, ho bisogno della mia pancia contro la tua per dimenticare tutto quello che ricordo. Ho bisogno del fremito della tua irrequietezza, per pesare il valore del tempo, come chiedere a Bandini quanto è lontana primavera, che fretta c’era, che fretta c’era.