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Ombelichi ripieni, teste vuote.

Disteso su questa spiaggia scruto con ammirazione l’acquetta di risulta nella mia cavità ombelicale, e ne vado fiero. Circondato da una rada peluria ecco che quel concavo pellame si trasforma in uno stagno che si fa largo tra il verde canneto dell’immaginazione. Per me, l’estate arriva solo quando la lanugine dell’inverno che impietosamente sosta da sempre nel fosso addominale si tramuta miracolosamente in liquido dalla salinità variabile.

Bella la vacanza. Ti porta a valutare, come nel caso dell’ombelico, dettagli che altrimenti non avresti degnato di considerazione. Dettagli appunto, ovvero tutto ciò che ti sfugge (o che ti lasci sfuggire) durante il quotidiano vivere cittadino, per mancanza di tempo, perché sei distratto da altro, a causa del lavoro o perchè sei morto.

Dettagli come ad esempio la notizia che quest’anno, uno dei naufraghi di punta dell’Isola dei Famosi{.lightwindow} sarà il riccioluto Massimo Ciavarro che, per giustificare la propria partecipazione al programma non ha esitato ad affermare: “Lo faccio solo per dimostrare ai mie figli che non sono morto tre anni fa in un incidente stradale!”.

Sorte diversa per l’altra naufraga d’eccellenza, è il caso di dire, Vladimir Luxuria, epurata da una mozione maggioritaria del Congresso di Rifondazione Comunista ed esiliata in Honduras. Per confondere le acque, l’ex onorevole ha dichiarato: “L’isola non mi spaventa. Come ho già dimostrato ampiamente a Montecitorio, non ho alcun problema ad adattarmi alle difficoltà. E’ da quando la Gardini mi ha cacciato dal bagno delle donne che piscio in piedi dietro un ficus!”

Proporzionalmente al riempirsi degli ombelichi, in estate, si verifica uno svuotarsi contemporaneo delle teste che, su quegli ombelichi, al sole, fanno ombra.

Un capoccione di qualità, per un ombra altrettanto di qualità, particolarmente apprezzata sia sulla riviera romagnola che a Palazzo Chigi, sembra essere quello di Angelino Alfano che, grazie a questa prerogativa genetica, è stato insignito del premio “Meridiana” alla carriera per indiscussi meriti nel segnare con precisione l’ora di pranzo nelle sedute del Consiglio dei Ministri.

Alfano,  Ministro della Giustizia,  38 anni vissuti pericolosamente, invecchiato precocemente, vanta un curriculum di 2 righe{.lightwindow} che fa tremare i polsi, un espressione che ricorda vagamente Gasparri sotto ketamina, un discusso provvedimento legislativo alle spalle che porta il suo nome (lodo Angelino), ma anche un cervello che lavora giorno e notte per servire il Paese: “…reintrodurre l’immunità parlamentare e rivedere alcuni aspetti dell’obbligatorietà dell’azione penale sono i miei principali obiettivi a lungo termine.  Nel frattempo però devo trovare chi mi ha rubato la mascherina dello Scarabeo”, ha dichiarato recentemente su una intervista a Il Foglio riassunta orgogliosamente sul suo blog{.lightwindow}.

Io ci scommetto, prima o poi il mio come il vostro ombelico tornerà a riempirsi di lanugine e l’acqua di mare, gli ombrelloni, la sabbia e l’ombra saranno un lontano ricordo. Al pari scommetto che quelle teste, tutte quelle gloriose teste di cazzo che vantano rispetto, immunità, libertà di dire qualunque minchiata gli venga in mente, non arriveranno mai a riempirsi di un barlume di etica, di senso di legalità, di una qualunque idea di democrazia, di rispetto per le idee e le parole degli altri.

Io ci scommetto, non basterà un “autunno caldo” a far tornare gli ombellichi ripienti; non basterà a riempire le teste vuote.

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