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Farsi fregare.

Mi piace la domenica mattina fare un po' tardi, ma non troppo, fare colazione con calma, ma non troppa, se c'è il sole poi, a Milano, ti senti in dovere, di cosa non si sà ma lo senti, e mettere un po' a posto casa, ché è stata una settimana difficile, e mettere un po' a posto te, la barba, i vesti sparsi in giro, le idee sparse in giro, che fai? Hai voglia di fare un giro? Un bicchiere? Anche due? Un boccone al volo? Non ho fame. Mi verrà. Ti aspetto? Forse no. Vediamo. Vediamo come viene. Prendere la bici, pedalare con calma tanto l'Inter gioca stasera, col Cagliari, ti senti ottimista, sarà il sole, st'infame, ti fa i trucchi, ti prende in giro e tu ci stai al gioco e te ne fotti, in fondo se non sei disposto a farti fregare che ci stai a fare qui? Non lo so ma non si sta male. Io sono avanti, coi bicchieri, lo stomaco vuoto e tu non ci sei, il cuore vuoto e tu dove sei? Ho fame ma preferisco la mancanza, di pane, di olive, di te, piuttosto che il pieno preferisco il vuoto, da riempire, così mi sento leggero per andare veloce, per andare dove? Mi piace questa confusione, mi piacciono le cose da mettere a posto senza che ci sia mai un ordine, mi piace quando vieni, mi piace quando vai via ma non è colpa mia.