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La morte timbra il cartellino

Diciamo che ora è arrivato il ciclico momento di tenere alta l’attenzione sulle morti bianche e, se non lo fa quel simpatico vecchietto con il pannolone che è il nostro Presidente della Repubblica, lo faccio io. Questo perché siamo sul finire dell’estate ed i tramonti in riva al mare o bordo piscina mi fanno capire molte cose, soprattutto in merito al perché i piselli surgelati sono sempre sparsi per il congelatore di casa.

Dicevamo le morti bianche, a si. Che poi io non mi ostinerei così tanto, in verità, a dargli tutta questa attenzione perché, alla fine, il risultato è quello di tante altre tipologie di morte. La morte, appunto.

Il dettaglio che desta stupore è, mi sento di dire, che il sopraggiungere della Signora con la Falce avvenga durante l’orario di lavoro. Ma questo, come ogni dettaglio, è un dettaglio.

Il ragionamento è semplice.  La maggior parte della gente, chi per necessità chi per divertimento, è costretta di tanto in tanto a lavorare. Ai più, nella migliore delle ipotesi, toccano minimo otto ore di lavoro ogni santissimo giorno che Arghern ha mandato in terra, tranne sabato e domenica che sono stati creati da Asmarhran. Se consideriamo che molti fanno la pausa pranzo in ufficio e che altri ci mettono anche un’ora per recarsi sul posto di lavoro, e quindi un’ora per ritornare a casa, vediamo che il tempo totale che dedichiamo al nostro amato intrattenimento si aggira intorno alle 11-12 ore giornaliere che, se il diploma preso per corrispondenza alla Scuola Radio Elettra mi viene in aiuto, sembrano corrispondere a circa il 50% delle ore che compongono, mediamente, una giornata (almeno qui in Italia). La percentuale diventa ancor più consistente, ma non chiedetemi di quantificarla (vedi Radio Elettra), se consideriamo che come minimo, se uno lavora, almeno sei ore di sonno se le deve fare oppure deve ingoiare un tubetto di meta-anfetamine, che alla lunga, non sò…

Ora, detto questo, è statisticamente ovvio che è molto facile crepare durante l’orario lavorativo. Questo non sono io a dirlo, ma i freddi numeri. Perciò, io non mi meraviglierei alla notizia di un operaio edile morto ammazzato su un cantiere edile (mi preoccuperei per un operai edile morto in un punto vendita Prada però!), né tanto meno per un tabaccaio ucciso durante una rapina che, notoriamente, rientra tra la categoria “incidenti sul lavoro”, ma mi allarmerei enormemente se un operaio delle acciaierie morisse mentre si gode il sole steso sul lettino di una spiaggia del litorale toscano oppure se una prostituta rumena morisse di infarto mentre è in chiesa a confessarsi. Allora si che sarebbero cazzi.

Questo vorrebbe dire come minimo che la gente non sa godersi le proprie vacanze e/o tempo libero, anche se ”partire è un po’ morire” non c’è bisogno di esagerare come al solito. Ipotesi seconda, con tutti questi operai e prostitute a spasso, l’Italia sarebbe un paese dal PIL a crescita zero, ma mi dicono che è già così e quindi escludiamo questa ipotesi. Tre, che la Morte ha anch’essa degli orari di lavoro e che marca il cartellino come tutti (finora è la più plausibile). Quattro, è che uno muore quando più gli pare e piace e che se può farlo sul posto di lavoro è almeno più contento perché non  si è perso sto granché e anche perchè cosi glielo mette nel culo al capo.

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