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Assorto, assorbo

party

Raccogliere tutto, senza tralasciare alcuna goccia. Sono stato creato per questo, sono stato portato in questa casa, stasera, per assolvere il mio compito. Io, sono pronto a farlo, sono pronto ad accettare il mio destino. Molti degli invitati son andati via, almeno quelli che si reggevano ancora in piedi per farlo. Qualcuno, accasciato sul divano, passerà la notte a sbavarsi sulla giacca, tramortito da un sonno di pessimo rum e sigarette. Il pavimento scricchiola di patatine, pop corn, appiccica di coca-cola, whisky, succo di pera, sangria. Pezzi di frutta, perlopiù pesche troppo avvizzite,  annerite dal vino e dal Cointreau, stendono un alone violaceo sulla tovaglia bianca, fanno capolino dai bicchieri di plastica poggiati ovunque, salutano la mobilia in disordine resistita al passaggio dell’orda di impiegati, segretarie, studentesse, freak, nerd e geek assetati ed affamati di sesso. Qualcuno ha consumato velocemente nel bagno, qualcuno ha dimenticato il tabacco e le cartine sulla cornice del caminetto. Qualcuno ha dimenticato e basta.

Io vedo tutto, sento tutto, assorbo tutto. Sono nato per questo. Non devo farmi sfuggire niente, non una parola, non un gesto, non uno sguardo. Corro il rischio di lacerarmi, strapparmi, perdere pezzi. Non deve succedere, qualunque cosa accada, a qualunque costo. Non sono venuto per giudicare, per compatire questo o quello, per fare differenza tra buoni e cattivi o per invidiare un bel cappotto, l’ultimo modello di cellulare o un rene nuovo di zecca. Sono qui solo per mettere ordine, ed è quello che farò. Nessuno si è accorto di me, della mia esistenza, del fatto che avrei potuto in qualunque momento prendere la loro miserabile vita e portarla su in cielo, tra le nuvole, nella notte. Qualcuno avrebbe gradito, qualcun’ altro no, ma ormai non ha più importanza.

Tra qualche istante l’odore acre dell’alcol versato per terra scomparirà. Il sonnambulo concavo sul divano, con la sigaretta accesa tra le dita, presto si accorgerà che non ha bevuto abbastanza perchè la percezione del dolore fosse spostata adeguatamente in là. Quando la brace della sigaretta accesa lambirà la sua pelle, il cervello, o quello che ne resta, lascerà che il dito  indice e quello medio si separino quanto basta  per lasciar cadere il mozzicone sul rivolo etilico che  solca il pavimento. Allora,  l’ultima cosa che i suoi occhi vedranno, sarà il tavolino del bouffet colorarsi prima di verde, poi di rosso e poi di azzurro, la bottiglia vuota di Gordon’s Gin esplodere in mille pezzi, i bicchieri di plastica rattrappirsi, la frutta sfumare.  E’ questo l’attimo fatale a cui nessuna goccia può più sfuggire. Sapete che fine fa il sangue quando un corpo brucia? Non evapora. Si coagula e poi arde. come un qualsiasi pezzo di legno. Nulla andrà perso.

Sono nato per questo, sono qui per questo e anche stasera ho fatto quello che dovevo fare, senza rimpianti. Vedete ora come è tutto più ordinato? Più pulito? Non vi sembra il mondo migliore?

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