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L’ultima volta che ti ho vista

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Non ricordo dove ti ho visto per l’ultima volta, era un posto con i fiori, con i viali alberati e tutti i vasi di geranei ordinati all’uscio. No, non era Ginevra. Io camminavo in silenzio, con le mani in tasca ed era Novembre. Faceva un po’ freddo ma non vi badavo tanto. Fumavo. No, non era Amsterdam. Le vecchiette frenetiche in nero erano indaffarate ma non perché avessero veramente da fare, un colpo di ramazza e uno di straccio, la porta aperta a far prendere aria. No, non era neanche Napoli. I muri avevano mille finestrelle dalle quali traspariva una fioca luce ed una faccia, da lì, ti guardava dritto negli occhi, come si guardano da queste parti i forestieri. Tanti occhi a cui non potevi sfuggire, altrettanti sguardi a cui rispondevi con indifferenza per non offendere nessuno. No, non era Corleone. Ricordo che ci incontrammo per caso, tra la gente stretta nei cappotti della domenica, sotto la statua del santo, ballavi scalza sugli antichi marmi. Non era Roma, la città eterna. Era un po’ che eri lì, dal 1968 leggo.

Passa veloce il tempo, al camposanto, quando ti diverti.

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