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Finché non resta niente.

Ad un certo punto capisci di aver perso un sacco di tempo perché hai sempre cercato nel posto sbagliato le cose sbagliate. Le cose buone e belle, quelle giuste per te, il tempo esatto, i pensieri lisci. Ti convinci che siano belli gli animali scolpiti nelle fontane di alabastro che zampillano acqua nei giardini arabi, quelli che appaiono per consonanza con il resto, o che risaltano per contrasto in mezzo allo scuro delle piazze cittadine. Poi, un bel giorno, ti accorgi che l’amore non sta lì di casa, da mai. L’amore sta nelle cose inesatte, in quelle storte, in quelle che non c’entrano niente. Ti sorprendi, così, d’un tratto, ad ammirare gli esseri pallidi dei fondali marini, quelli senza occhi perché non ne hanno bisogno, che stanno acquattati sotto la sabbia, da sempre in attesa, che non hanno ragione di essere se non per il fatto che siano lì. L’amore sta perciò nell’imperfezione, nel naso storto che ti cresce in mezzo la faccia, nelle strade sbagliate della domenica mattina, nei giorni con le ore contate per stare insieme, nel frigo vuoto, nel liquore versato sul divano che appiccica la pelle, la tua e la mia. Insomma, l’amore sta in quelle cose che non dovrebbero essere eppure sono, nonostante tutto. Sorridimi, allora, con i tuoi denti affilati, con le labbra di serpente, perché io e te non siamo cose da aggiungere, ma cose da cancellare finché tutto è finito, finché non resta niente di me e di te e nessuno può dire se sia giusto o sbagliato quello che fai. L’amore è una animale strano, a cui solo tu credi, che solo tu vedi, e sta nel buio, in fondo al mare.

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